Tè profumato vs. tè aromatizzato

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Qual è la differenza tra un tè aromatizzato e un tè profumato?
Questa distinzione spesso sfugge e con la parola “aromatizzato” si finisce erroneamente per indicare entrambe le tipologie: eppure c’è una bella differenza nella produzione e negli aromi finali di questi due prodotti.

Con “tè aromatizzato” (in inglese flavoured tea) si indica un tè al quale sono stati aggiunti ingredienti come pezzetti di frutta disidratata, fiori secchi, spezie oppure olii essenziali naturali o sintetici, con ovvie differenze nel risultato a livello di gusto. Uno dei tè aromatizzati più celebri è senza dubbio l’Earl Grey, ideato in Inghilterra e costituito da foglie di tè nero (originariamente cinese, oggi spesso anche da Ceylon) sulle quali è vaporizzato dell’olio di bergamotto.

Esistono in realtà moltissimi tè aromatizzati realizzati con i prodotti più disparati attingendo al mondo floreale, delle spezie o della frutta: si pensi al celebre chai indiano, ricco di cardamomo, cannella, pepe nero e altre spezie. Possiamo definire aromatizzato persino il genmaicha giapponese, fatto da tè verde bancha o sencha con aggiunta di riso soffiato e tostato.

Si può dire quindi che nel tè aromatizzato il tè non viene mai separato dall’ingrediente aggiunto.

Con “tè profumato” (in inglese scented tea) si intende invece un tè che è stato messo a contatto con la sostanza di cui il tè assorbe il profumo e che poi viene rimossa: nella maggior parte dei casi, si tratta di fiori.

In Cina la profumazione delle foglie di tè con i fiori ha origini antichissime. I fiori più tipicamente usati sono gelsomino, rosa, magnolia, osmanto oppure un fiorellino giallo chiamato La Mei (“wintersweet” per noi europei), che fiorisce sugli alberi in inverno tra gennaio e marzo.

Come si produce un tè profumato?

Importantissima è la fase di selezione dei fiori (shai hua), che devono essere freschi e già aperti al 60%. Si procede poi alternando strati di fiori a strati di foglie di tè: per quanto riguarda il gelsomino in particolare, la base più usata è il tè verde, molto rinfrescante e primaverile, ma si ottiene un risultato strepitoso anche usando il tè rosso oppure il tè bianco.

Essendo igroscopico, il tè assorbe la fragranza dei fiori rendendoli esausti dopo 12 ore: se si vuole ripetere – nel caso dei migliori tè – la fase di profumazione più volte per aumentare la fragranza finale del prodotto, si dovranno separare le foglie di tè dai fiori e sostituire questi ultimi con un nuovo carico di fiori freschi. Ci sono tè al gelsomino particolarmente pregiati dove questa fase viene ripetuta addirittura 7 o 8 volte!

Nei tè profumati, a differenza degli aromatizzati, non sarà visibile niente altro che foglie di tè: i fiori, appunto, vengono rimossi alla fine della fase di profumazione. In qualche caso, capita che vengano aggiunti alla fine dei petali disidratati, che servono solo a dare un tocco di colore e di bellezza extra al prodotto finito, ma non contribuiscono realmente all’aroma o al gusto.

Il gelsomino come simbolo d’amore

La profumazione del tè con fiori di gelsomino (mòlì hua in cinese) è sicuramente la più nota anche in occidente: il migliore viene tradizionalmente dalla provincia del Fujian e in particolare dalla città di Fuzhou.

Ma forse non tutti sanno che il fiore di gelsomino, dal profumo intenso e inebriante, in Cina è particolarmente apprezzato anche in quanto simbolo dell’amore eterno. Romanticamente legata a questo fiore c’è una importante figura femminile della Cina del 19° secolo: l’imperatrice Cixi (1835 – 1908, din. Qing), che sotto il suo regno rese il gelsomino il fiore nazionale cinese.

Quando Cixi era solo una giovane concubina, l’imperatore Xianfeng le regalò un paio di orecchini a forma di fiore di gelsomino, preziosissimi agli occhi della futura imperatrice. La triste realtà era che Cixi non fu veramente mai amata da Xianfeng, che morì lasciandole come unici ricordi di sé quel paio di orecchini bianchi e un figlio, il quale salì al trono e del quale Cixi sarà tutrice, detenendo de facto il potere.

Cixi conservò gelosamente quegli orecchini e non se ne separò mai, tanto che molti ritratti la dipingono con quei piccoli tesori ai lobi. Amava quel fiore, simbolo di un amore eterno purtroppo mai corrisposto, e amava il tè profumato ai fiori di gelsomino, che offriva a diplomatici e ospiti stranieri in visita. Sotto il suo governo, infatti, la produzione di tè al gelsomino di Fuzhou aumentò tantissimo, arrivando tra il 1856 e il 1886 a costituire circa il 40% delle esportazioni di tè di tutta la Cina!

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